il 9 ottobre ricorre il primo anniversario del mio arrivo in mezzo a voi. Ho già avuto modo di spiegarvi, così come si fa tra familiari e amici, la lunga storia che mi ha portato fin qui. Posso attestarvi la mia piena disponibilità a rimanere con voi tutto il tempo che il Signore vorrà, attraverso le decisioni del Vescovo.È stato un anno di conoscenza reciproca, ma anche di crescita nell’amicizia con Cristo e tra di noi. Se abbiamo un obiettivo comune avremo anche un cammino comune, in cui non potremo che ritrovarci in piena comunione. Diversamente, se la meta non è per tutti Cristo, non è la salvezza dell’anima, non è la vita nuova del Risorto, allora i percorsi rimarranno distinti e separati.È appena iniziato l’anno catechistico, comunemente inteso come il tempo in cui si svolge il catechismo. Ciò non è corretto. Ogni battezzato ha il dovere morale di conoscere sempre di più la Parola di Dio e la dottrina cattolica. La parrocchia non è soltanto sorgente della grazia sacramentale e palestra di carità. Essa è scuola di fede. Per cui, l’anno catechistico è il tempo della formazione per tutti i membri della comunità.La fede, prima ancora essere vissuta o di professarla, va conosciuta e imparata. Diversamente, il rischio è di vivere e professare una fede distorta, se non proprio errata. Ecco perché il dovere di ogni parroco è disporre percorsi di formazione cristiana per tutti: bambini, ragazzi, giovani, adulti. Se nella parrocchia manca l’educazione alla fede, essa si diventa una semplice ONG, come direbbe Papa Francesco.In questo secondo anno insieme cresceranno le occasioni per alimentare e curare la propria vita cristiana. In tal modo potremo essere ancor di più lievito, sale e luce per le nostre famiglie, l’ambiente di lavoro e studio, il mondo intero.
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