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Il digiuno e la penitenza


Cari Parrocchiani,

il terzo pilastro fondamentale della Quaresimaè il digiuno. Per accogliere Qualcuno occorrefare spazio. Dio vuole dimorare nei nostricuori, abitati dalla nostra volontà. Perché la suaSS.ma Volontà regni in noi, è necessario che lanostra volontà sia offerta in sacrificio a Dio.Ecco perché oggi nella prima lettura ci vengonoricordati i Dieci Comandamenti. Seliberamente aderiamo ad essi, anziché all’uniconostro comandamento che è: “faccio ciò che mi pare e piace”, avremo compiuto il digiuno più gradito al Signore.

Per giungere a questa offerta totale di sé a Dio, di ciò che abbiamo di più prezioso e intimo quale è la nostra volontà, è utilissimo praticare la penitenza corporale. I precetti generali della Chiesa sono indicazioni minimali riguardanti aspetti essenziali della nostra vita di battezzati in Cristo. Tra essi troviamo la partecipazione almeno domenicale alla S. Messa e la Comunione e Confessione almeno annuale a Pasqua. Troviamo anche il digiuno almeno due giorni l’anno, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo per i maggiorenni fino a 60 anni in buona salute e l’astinenza dalle carni e dai cibi ricercati tutti i venerdì dell’anno per chi ha più di 14 anni.

Il digiuno minimale della Chiesa consiste nel fare solo un pasto, ma nulla vieta anche due spuntini negli altri momenti della giornata. Se, però, aspiriamo ad un alto grado di gloria e di santità non possiamo fermarci al minimo. È tutta la vita che deve essere connotata dal sacrificio, ad imitazione di Colui che non ha ricusato di sacrificare Sé Stesso per la salvezza eterna delle anime nostre.


don Pierpaolo Maria Cilla


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